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Istat, salari reali ottobre inferiori 8,8 punti su 2021
Quest'anno recuperano su inflazione, salari monetari +2,9%
Le retribuzioni monetarie crescono quest'anno più velocemente dei prezzi con un +2,9% di quelle pro capite atteso a fine anno ma resta ancora un gap da colmare rispetto all'inflazione registrata dopo la pandemia. Lo sottolinea l'Istat nel Report sulle prospettive per l'economia italiana nel 2025 e 2026 secondo il quale nel complesso "le retribuzioni contrattuali in termini reali a settembre 2025 risultano inferiori dell'8,8% rispetto ai livelli registrati a gennaio 2021". "In generale, nel terzo trimestre del 2025, si legge, la crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali ha mostrato un rallentamento rispetto al trimestre precedente, pur mantenendosi al di sopra del tasso di inflazione. La decelerazione della dinamica salariale è causata dalla sostanziale stabilità nei servizi privati e dal significativo rallentamento nel settore industriale, compensata solo in parte dalla lieve accelerazione nel comparto pubblico, a seguito dell'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale". "In questo quadro caratterizzato da una domanda di lavoro ancora vivace, si legge, le retribuzioni lorde pro capite hanno continuato a mantenere una dinamica positiva nei primi tre trimestri dell'anno, pur se in rallentamento su base tendenziale. Nel quarto trimestre ci si attende una variazione congiunturale meno dinamica rispetto al trimestre precedente; il 2025 chiuderebbe con una crescita delle retribuzioni pro capite del 2,9%, consentendo come nel 2024 un recupero rispetto all'inflazione. Nel 2026 la crescita delle retribuzioni pro capite è attesa, in media d'anno, in leggera decelerazione (+2,4%), riducendo i margini di recupero del potere d'acquisto perso nel biennio 2022-2023".
P.Kolisnyk--CPN