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Lavoratori precari della ricerca occupano sede Cnr a Roma
Qui finché il governo non stanzierà risorse per stabilizzazione
Occupata la sede del Consiglio nazionale delle ricerche a piazzale Aldo Moro, a Roma. Al grido "basta precariato", "la ricerca è futuro", i lavoratori precari, dopo una protesta con le tende davanti all'ingresso, hanno deciso di entrare nell'edificio del Cnr, dove resteranno finché il "governo non stanzierà le risorse sufficienti alla stabilizzazione dei precari della ricerca". I precari hanno dapprima piantato le tende davanti alla sede centrale di piazzale Aldo Moro come gesto simbolico, "perché la ricerca è accampata: senza ulteriori fondi i nostri contratti stanno per scadere". Hanno poi deciso di portare la loro protesta dentro al Cnr per dare vita a un'assemblea permanente che proseguirà anche nei prossimi giorni: una piccola rappresentanza si è già sistemata con i sacchi a pelo in una saletta sindacale del quarto piano e in una stanza vicina assegnata l'anno scorso ai Precari Uniti del Cnr. "Vogliamo mandare un messaggio al Governo, perché senza un intervento immediato l'Italia rischia di perdere migliaia di ricercatori, un inestimabile capitale umano", spiega all'ANSA Antonio Sanguinetti, ricercatore precario dell'Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr. "Oggi si sono riuniti qui una cinquantina di precari da tutta Italia, ricercatori spesso non più giovani che hanno famiglie a carico: anche per questo ci organizzeremo a turni per continuare il presidio a oltranza, anche dormendo qui la notte. Molti di noi lavorano grazie ai fondi Pnrr, miliardi di euro che sono stati investiti per sostenere progetti e infrastrutture che senza ricercatori si trasformeranno in uno spreco di risorse". A dare coraggio ai manifestanti è anche l'appoggio ricevuto in questi giorni da molte amministrazioni locali, "come i Comuni di Roma, Bologna, Pisa, Venezia, ma anche Regioni come l'Umbria e la Calabria, che stanno votando mozioni per stabilizzare i ricercatori precari - continua Sanguinetti - perché perderli in questa fase è un grosso danno per l'Italia ma anche per i territori che vedono scomparire risorse fondamentali".
Y.Ibrahim--CPN